Siamo agli inizi degli anni Quaranta; il direttore generale di Lemania a L’Orient Marius Meylan riceve l’incarico di realizzare un calibro da cronografo di ventisette millimetri di diametro che doveva essere il più piatto possibile, con totalizzatori separati di trenta minuti e di dodici ore e trasmette l’incarico ad Albert Piguet. Questi lavorava già alla Lemania dove aveva perfezionato il cronografo Omega impiegato alle olimpiadi di Los Angeles con la modifica della lancetta rattrapante; aveva anche aumentato la frequenza del bilanciere da 18000 a 36000 alternanze nell’orologio da tasca con dimensione del movimento di ventiquattro linee portando la precisione del cronometraggio dal quinto al decimo di secondo. Piguet schizza i primi progetti e realizza interamente a mano un prototipo che viene approvato dalla direzione Omega. In seguito, fa costruire gli utensili necessari per passare alla fase produttiva e poi alla fabbricazione della prima serie. Il primo progetto non richiese modifiche di rilievo, salvo una sola volta tra il 1968 e il 1969: si trattava di semplificare il comando delle funzioni cronografiche e aumentare la frequenza delle alternanze da 18000 (2,5 Hz) a 21600 (3 Hz). Il calibro viene ribattezzato ‘861’.
Albert Piguet nei quasi cinquanta anni di attività alla Lemania ha costruito contatori, cronografi, calibri calendario, movimenti otto giorni, calibro 27 millimetri e 19 mm per orologi con grande o piccola lancetta dei secondi a carica manuale o automatica. Nel 1942 entra in Lemania Jacques Reymond appena terminati gli studi presso la scuola di orologeria Le Sentier e inizia a lavorare agli ultimi progetti del nuovo calibro per cronografi da polso: il ’27CHRO C12′, cioè cronografo con movimento del diametro di ventisette millimetri e totalizzatore supplementare di dodici ore. Era uno dei tre cronografi della collezione Omega assieme al ‘28,9CHRO’ lanciato nel 1932 e al ‘33,3CHRO’ del 1933 (da tasca e da polso). Il movimento cronografico del ’27CHRO C12′ era noto come ‘Calibro 321’ ed era il più piccolo meccanismo della categoria. Il ‘28,9CHRO’ nel 1938 viene dotato di due pulsanti alle ore due e alle quattro, soluzione adottata universalmente nei cronografi. Il totalizzatore di trenta minuti si trova qui come nel ’39CHRO’ all’altezza delle ore tre. Il calibro è di standard elevato: diciassette rubini; spirale Breguet d’acciaio temprato, bilanciere ad autocompensazione, movimento dorato (la doratura rosa, esclusiva dei movimenti Omega, è stata abbandonata nei cronografi nel 1989). Nel 1943 Omega lanciò il ’27CHRO C12′ con casse di 32,5 e 35 millimetri di diametro. Il modello impermeabile, riconoscibile dai pulsanti arrotondati, ospitava unicamente il movimento C12. Lo stesso modello con protezione antiurto e spirale magnetica divenne disponibile dal 1946. In questo anno venne offerto a Winston Churchill che trascorreva un periodo di riposo sul lago Lemanno. Il cronografo ’27CHRO C12′ con la firma Lemania perché prodotto nel cantone di Vaud. Nella nomenclatura di Omega il ’27CHRO C12′ si chiama ‘Calibro 321’, mentre il movimento senza totalizzatore supplementare delle ore si chiama ‘Calibro 320’. Dal 1949 questi numeri figurano accanto alla referenza Omega senza che il movimento abbia subito modifiche sostanziali.
Da questo momento il cronografo Omega da 32,5 a 37,5 millimetri di diametro (che in certi modelli non impermeabile con il fondo avvitato) si chiamò ’27CHRO C12-321′. Di solito aveva lancette e quadranti luminescenti, scala tachimetrica e/o telemetrica. Il cronografo presentato al pubblico nel 1958 aveva queste caratteristiche: quadrante nero, lancette luminescenti, scala tachimetrica incisa sulla lunetta, cassa impermeabile con diametro iniziale di trentanove millimetri e dal 1960 quaranta millimetri, per i modelli con scala tachimetrica sul fondo nero della lunetta, fondo cassa avvitato, protezione aggiuntiva del movimento mediante un coperchietto interno, cristallo incurvato, bracciale estensibile di metallo. Nel gennaio 1957 Lemania avviò la produzione dello Speedmaster che fu presentato al mercato nel 1958.
Dal 1966 sul quadrante del cronografo appare la scritta ‘Professional’. Nel frattempo, il grande successo di mercato costringe la fabbrica a ritoccare il meccanismo e a semplificare il calibro. Le dimensioni del movimento rimangono invariate. Il cambiamento coinvolge la leva: le funzioni cronografiche vengono comandate non più da una ruota a colonna ma da un sistema a navette che permette di eliminare i ritocchi, la smussatura e la levigatura senza pregiudicare l’aspetto estetico. L’esperienza spaziale ha fornito allo Speedmaster la riprova della sua perfezione. Nel 1969 Omega ha lanciato una serie di Speedmaster inizialmente limitatissimo, ampliata poi a 1014 esemplari numerati. Cassa e bracciale erano di oro 18 carati e sul fondo cassa era incisa la scritta ‘Omega Speedmaster – Apollo XI 1969 – The first watch worn on the moon’. L’esemplare numero uno fu consegnato al presidente degli stati uniti Richard M. Nixon. Da allora lo Speedmaster viene riedito in versione speciale d’oro. Il primo Speedmaster a carica automatica con datario che ospitava il calibro 1040 fabbricato da Lemania esce di fabbrica nel 1971. Lo Speedmaster 125 è stato lanciato nel 1973 per il 125° anniversario di Omega, prodotto in duemila esemplari con certificato ufficiale di cronometro: il primo cronometro – cronografo Omega. Nel 1975 Omega produce una serie speciale di cinquecento esemplari con il simbolo in miniatura della missione americano-sovietica Apollo-Soyuz al posto della scritta Speedmaster Professional. Dal 1980 lo Speedmaster dispone anche di fondo cassa trasparente.